Come abbiamo detto, i contabilizzatori non rilevano effettivamente il calore prodotto dal termosifone. Riescono solo a valutare una stima, in base alla differenza di calore tra il calorifero e l’aria esterna. Di norma si attivano quando il termosifone ha una temperatura superiore ai 23 gradi e tra questo e l’aria esterna ci sia una differenza di almeno 4,5 gradi. Vi sono in commercio due tipologie di contabilizzatori: con una o due sonde. Il primo modello, più semplice ed economico, valuta la temperatura del calorifero in rapporto alla temperatura della stanza che, non potendo essere misurata, di default viene stabilita a 20 gradi. Quelli a due sonde, invece, riescono con più precisione, a valutare la reale accensione del calorifero in quanto si attivano solo quando c’è una reale differenza tra la temperatura del circuito e quella della stanza. Poiché non tutti i termosifoni sono uguali, l’installatore dovrà, quindi, settare il contabilizzatore attraverso un coefficiente. Inoltre, i numeri che compaiono sul display non si riferiscono a un’unità di misura standard ma rappresentano una semplice stima del consumo.